martedì 13 agosto 2013

INTERVISTA A LUIGI DI MAIO (M5S), VICEPRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI,

INTERVISTA A LUIGI DI MAIO (M5S), VICEPRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI,

Post n°460 pubblicato il 13 Agosto 2013 da ziagiuditta0
 
dimaio1 Di Maio: vi racconto il M5S
Da alcuni mesi sta ricoprendo un incarico istituzionale di rilievo, quello di Vice Presidente della Camera dei Deputati. Stando alla gerarchia delle cariche previste dall’ordinamento italiano, ad oggi la sua è la posizione più elevata raggiunta dal M5S.  Innanzitutto, come è stata la sua esperienza in questi primi mesi?
È stata un’esperienza sicuramente di grandissima responsabilità. Ci tengo a dire che sia che uno faccia ilVice Presidente della Camera, sia che uno faccia il consigliere di municipalità, lo spirito con cui noi delMoVimento ci approcciamo a questa esperienza è sempre lo stesso, cioè quello di dedizione esemplicità. Dedizione nel senso che io non avevo la benché minima idea di come si facesse il Vice Presidente della Camera, credo che nessun italiano ce l’abbia e quindi ho dovuto studiare. Ho studiato bene i regolamenti, continuo a ripassarli ogni sera e guardo i precedenti. La semplicità sta nel fatto che non utilizzo auto blu, non utilizzo alcun vantaggio legato alla mia carica, rinuncio all’indennità, non uso voli di stato, utilizzo il passaporto diplomatico solo quando faccio le visite istituzionali e per il resto sono una persona normale; come ti ho detto, è uno spirito comune a tutto il M5S. Spero che questa esperienza possa comunicare fuori che la politica è una cosa semplice, che tutti la possiamo fare e che bastano questi valori di fondo per poterla fare bene.
Se non erro lei non è neppure laureato, ma è stato eletto Vicepresidente della Camera a 26 anni – il più giovane nella storia della Repubblica, e sino ad ora non aveva mai avuto incarichi amministrativi o di governo.  È da considerarsi come un caso fortuito?  Si è sentito in grado di accettare questa proposta o all’inizio era un po’ titubante?
Io non sono laureato perché contemporaneamente erano due anni che avevo un progetto di e-commerce che avrei dovuto aprire a gennaio con un socio; una società di comunicazione, perché a un certo punto della mia carriera universitaria, che era di giurisprudenza, ho scoperto che c’erano più avvocati in Lombardia che in tutta l’Inghilterra. Allora ho cominciato a pensare ad altri settori in cui specializzarmi, e poi mi sarei laureato. Detto questo, quando mi è stata proposta questa cosa, io credo che tutti quanti possiate immaginare che non è stata una scelta semplice.  Mi sono proposto perché nel gruppo parlamentare eravamo tutti sullo stesso piano. Essere Vice Presidente della Camera non significa essere dei ministri, non bisogna comandare la pubblica amministrazione, bensì fare un lavoro che devi imparare sul campo e imparare studiando, ma non c’è nessuna università in cui ci fanno studiare come si presieda la Camera. Non avevo avuto incarichi, però ho tenuto sotto controllo, come facciamo noi del M5S, sono stato con il fiato sul collo del mio comune per cinque anni e avevo abbastanza dimestichezza con gli atti amministrativi. Il resto è venuto da sé, il resto è venuto, appunto, con l’umiltà di imparare e anche, certo, un po’ di capacità personale, un poco poco.
Prima che ci fosse il M5S andavi a votare?
Ho iniziato a votare nel 2005; quelle sono state le prime elezioni, però c’erano le comunali e io votai una persona di una lista civica nel mio comune, Pomigliano d’Arco. L’anno dopo, nel 2006, ci furono le elezioni nazionali in cui vinse Prodi e in quelle lì non andai a votare, ero già dell’idea che bisognasse impegnarsi in prima persona e non delegare a nessuno, perché ritenevo che queste persone non potessero più rappresentarmi con le forze politiche in campo. Poi nel 2007 arriva il primo V-day e ho conosciuto il mondo dei meet-up; però è dal 2003 che ho fatto il rappresentante degli studenti al liceo, poi ho fatto il presidente del consiglio degli studenti all’università, e in quei casi ho sempre pensato che in un mondo in cui le cose attorno a noi non ci piacciono, ci dobbiamo impegnare in prima persona, ad esempio con l’associazionismo.
Quindi un impegno civico e politico, anche se non partitico
Sì, diciamo che nel mondo dei movimenti studenteschi avevo avuto già qualche esperienza.
Tre parole per descrivere i tuoi colleghi del M5S
In tre parole ti posso dire umiltà, perché è quella che ci ha portato lì, sapendo di non sapere e sapendo di dovere apprendere; preparazione nei loro settori, ognuno di loro è molto preparato nei settori di appartenenza e della propria professione; dedizione, lavoriamo 12-13 ore al giorno ogni giorno, compresi il sabato e la domenica che li passiamo sui territori con i cittadini.
Descrivi la Presidente Laura Boldrini in tre parole
È una persona nuova e decisa, che è sicuramente la parola che le appartiene. Infine speranza, nel senso che spero che lei possa pensare e guardare a tutte le forze politiche con gli stessi occhi. Ho notato nelle dichiarazioni che ha fatto ultimamente molto pregiudizio nei confronti del M5S, addirittura ci ha definito dei “nichilisti”. Quindi la speranza che mi porto è quella che lei cambi idea, perché ciò non si addice a una carica che dovrebbe essere garante di tutte le forze politiche.
Beppe Grillo e Casaleggio in che misura sono al corrente di quanto avviene in Parlamento? Avvertite la loro presenza diretta, resta solo indiretta sul blog oppure sono fuori da ogni gioco?
Loro sono completamente fuori dalle dinamiche del Parlamento. A tal punto che, a volte, quando abbiamo bisogno del blog per lanciare alcune iniziative che abbiamo fatto in Parlamento, o per dare spazio a certe tematiche, e magari ci sentiamo, dobbiamo sempre spiegar loro molte cose rispetto a quello che abbiamo fatto perché non ne hanno la contezza. Qui nella mia esperienza in Parlamento ho avuto la conferma che il M5S è totalmente libero, diversamente da quello che vogliono far pensare, ossia che Beppe Grillo e Casaleggio comanderebbero tutto. Noi abbiamo assunto personale del gruppo parlamentare, personale legislativo e amministrativo che ci serviva per far lavorare il gruppo, emai si sono permessi di dire una parola. Abbiamo presentato proposte di legge, abbiamo presentatoemendamenti e mai si sono permessi di indirizzare il nostro lavoro. È un MoVimento che ha più teste; una di queste è Beppe che riesce ad essere un comunicatore eccezionale, ma le altre teste sono iparlamentari che portano avanti i temi, i consiglieri comunali e i consiglieri regionali.
Da qualche mese a questa parte molte sono cambiate. In che modo aggiornereste il vostroprogramma e le vostre posizioni? Quali sono secondo te le priorità che in questo momento deve avere il MoVimento 5 Stelle?
Le due priorità sono reddito di cittadinanza e partecipazione. Riguardo il reddito cittadinanza, noi abbiamo già ultimato la legge, però abbiamo preferito non presentarla in estate perché sarebbe diventata una bolla di sapone. Invece noi vogliamo sensibilizzare tutto il paese sull’importanza di questo provvedimento, per il quale abbiamo individuato anche le coperture economiche; sarà fatta una adeguata pubblicità e sarà calendarizzato a settembre. Dall’altra parte la partecipazione. Non possiamo più pensare – e questo lo dico prima di tutto agli otto milioni e mezzo di persone che ci hanno votato – di votare e delegare i nostri problemi ad altri. Noi siamo stati e siamo la forza politica che in assoluto ha il numero più grande di atti ispettivi in Parlamento, perché siamo in continuo contatto con i cittadini che ci sottopongono problemi e, insieme a loro, prepariamo proposte di legge,interrogazioni e atti ispettivirisoluzioni e così via. Quello che stiamo facendo è cercare dirisvegliare la cultura politica italiana, nel senso che non deve essere più quella della “X” ogni cinque anni sulla scheda elettorale, ma deve essere quella della “X” che poi porta l’elettore a cercare i propri eletti e a chiedere conto di quello che stanno facendo.
La piattaforma di partecipazione del M5S è attualmente in beta: come ti sembra funzionare? Che consigli avresti per implementarla e renderla compiutamente partecipativa ed efficace?
Abbiamo ritardato anche volutamente la partenza della versione definitiva, che partirà a settembre con la discussione del provvedimento sulla legge elettorale, perché dovevamo necessariamente metterla insieme alle proposte dei parlamentari. La piattaforma che uscirà a settembre è il sunto di tutte le richieste che sono arrivate dai parlamentari in questi mesi, che hanno fatto esperienza di rapporto con i cittadini, e quindi sanno bene di cosa hanno bisogno adesso per ottimizzare il proprio lavoro. Noi oggi lavoriamo ancora via e-mail e via forum con i cittadini, cioè essi fanno proposte secondo queste modalità; adesso ci sarà una piattaforma che permetterà addirittura gli emendamenti e la votazione su di essi, una piattaforma molto interessante che metterà insieme proprio le proposte dei parlamentari che si sono rapportati con lo staff del portale in questi mesi.
Nel M5S potremmo notare alcune tendenze contraddittorie: una vorrebbe risolvere l’attività parlamentare in una scelta favorevole o contraria su singole proposte e provvedimenti (Imu, vitalizi, F35, reddito di cittadinanza) mentre l’altra, al contrario, richiede a gran voce che venga elaborata una prospettiva ad ampio raggio, una strategia in grado di inquadrare le varie proposte in una discussione più ampia. Ad esempio, alcuni economisti anziché di reddito di cittadinanza parlano di lavoro di cittadinanza, inserita in un’ottica forse più lungimirante. Oppure la questione degli F35, non dovrebbe essere ricondotta in un’ottica geopolitica coerente?
Cominciamo con gli F35. Stiamo parlando di un’ottica geopolitica di trent’anni fa; il progetto è troppo vecchio e ci sono degli aerei che in questo momento non sono assolutamente quello che serve a questo paese. Ci sono già il progetto Eurofighter, il progetto F16, molti altri progetti riguardo l’aeronautica e adesso questo ha dimostrato di essere solo una speculazione e nient’altro perché, dal punto di vista del quantitativo dei soldi che vengono impiegati, 50 miliardi alla fine del progetto, stiamo parlando di unprogetto anacronistico. Molti dicono lavoro di cittadinanza. Il lavoro di cittadinanza l’ho visto; ho visto la perversione del lavoro di cittadinanza in questi anni, ho visto che si creavano società partecipate pubbliche solo per dare posti di lavoro, ma molto spesso quei posti di lavoro non servivano veramente a produrre qualcosa di utile. Il reddito di cittadinanza è l’unica soluzione, ce l’hanno in tuttaEuropa ormai, tranne in alcuni paesi tra cui la Grecia, non a caso. È l’unica soluzione in questo momento per ridistribuire un po’ di ricchezza e, soprattutto, calmare la tensione sociale che si sta creando in questo momento. Sotto Montecitorio, e io li vedo ogni giorno, c’è una manifestazione di persone che non prendono più stipendi da 11-12 mesi, ci sono famiglie che ormai sono indebitate sino all’osso. Noi abbiamo bisogno di un provvedimento che, almeno nel transitorio, nei prossimi tre-quattro anni, riesca a far gestire la situazione e bisogna prendere i soldi proprio da spese assurde come gli F35, come la TAV, il Ponte sullo Stretto, le pensioni d’oro, gli stipendi dei super-manager. Noi abbiamo bisogno di  racimolare ricchezza per ridistribuirla. Siamo in un paese in cui il 90% della ricchezza è in mano al 10% delle famiglie. Per tornare più propriamente alla tua domanda, questo è un MoVimentoche è nato con dei semplici punti che tenevano al loro interno una idea di paese molto ampia. Cioè, quando noi parliamo di ambiente, stiamo parlando necessariamente di decrescita; il nostro programma sull’ambiente è un programma di lavoro, è un programma di società, è un programma cherivoluziona l’intero approccio al mondo del consumo. Molto spesso il M5S è partito dal particolare per arrivare al generale; è una cosa che succederà ancora. Capisco che ci sia un disagio nel dire che non c’è un programma di vasta scala, non c’è un programma di politica estera, però se andiamo a vedere c’è il programma per l’energia, che è un programma di politica estera inevitabilmente. Io credo che non ci sia per forza un’opposizione tra chi vuole il singolo provvedimento e chi vuole la visione generale perché oggi il nostro programma, anche se è molto piccolo e semplice, tiene dentro tutti i concetti. Vanno in qualche modo estrapolati, va fatta un’opera ermeneutica, però sicuramente mette insieme quell’idea di paese che vogliamo, che passa necessariamente per la politica estera. Quando noi parliamo dienergia e di referendum sull’Euro, si tratta di due cose strettamente collegate, perché oggi l’Euro è energia e per uscire dall’Euro dobbiamo convertire il nostro sistema energetico, rendendoci sempre più autonomi rispetto ai gasdotti e rispetto all’importazione di petrolio.
fine 1° parte

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