lunedì 1 maggio 2023

Mamma uccide il figlio di 5 anni e lo fa a pezzi per mangiarlo: Egitto sotto cho

 


Mamma uccide il figlio di 5 anni e lo fa a pezzi per mangiarlo: Egitto sotto choc
Mamma uccide il figlio di 5 anni e lo fa a pezzi per mangiarlo: Egitto sotto choc© Fornito da Il Giornale

Egitto sotto choc dopo un terribile fatto di cronaca che ha letteralmente inorridito la popolazione. Una donna di 29 anni ha infatti ucciso il figlio piccolo per farlo a pezzi e mangiarlo. Le informazioni su quanto accaduto sono molto scarne, ma sappiamo che le indagini sono in corso e che la 29enne si trova già dietro le sbarre.

La storia horror

A riportare la terribile notizia è stato El Mundo. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo, l'arresto della donna sarebbe avvenuto nel corso della giornata di sabato 29 aprile. È stata la procura generale egiziana a emanare il provvedimento alla luce di quanto emerso dalle prime indagini.

Stando a quanto ricostruito dalle autorità egiziane, la 29enne Hanaa, separata dal marito per diversi anni, avrebbe ucciso suo figlio, il piccolo Youssef di soli 5 anni, con lo scopo di mangiarlo. Un atto mostruoso che la donna avrebbe giustificato spiegando di non volersi più separare dal bambino.

L'atroce vicenda, riferisce El Mundo, si è verificata nella città settentrionale egiziana di Faqus, nel governatorato di Ash Sharqiyah. È stata la polizia locale a scoprire i resti del piccolo divisi in diversi secchi presenti all'interno dell'abitazione di famiglia. La notizia è stata trasmessa dai media egiziani lo scorso venerdì, lasciando la popolazione sotto choc. Nessuno avrebbe mai potuto immagine un simile orrore. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la 29enne aveva ucciso il bambino servendosi di un coltello da macellaio, successivamente rinvenuto dagli investigatori. Poi avrebbe provveduto a fare a pezzi il corpicino, conservandone molte parti. Raccapricciante la scoperta degli agenti di polizia, che hanno trovato alcuni pezzi all'interno di una pentola. Interrogata dalle autorità, alla fine la donna ha confessato, spiegando di avere avuto l'intenzione di mangiare suo figlio. Una soluzione, a suo dire, per non separarsi più da lui.

La donna si trova ora dietro le sbarre, mentre gli inquirenti ancora indagano, concentrandosi in particolar modo sul passato della famiglia.

Prevista una valutazione psichiatrica

Incalzata dalle domande degli inquirenti, Hanaa avrebbe poi affermato che non era sua intenzione uccidere il bambino. Ha poi aggiunto che a spingerla a commettere l'omicidio sarebbe stata una malattia mentale di cui soffre.

Stando a quanto riferito da Masrawy, sito web di notizie arabo egiziano, è stata effettivamente disposta a una valutazione sulla salute mentale della 29enne.



La donna si trova ora dietro le sbarre, mentre gli inquirenti ancora indagano, concentrandosi in particolar modo sul passato della famiglia.

Prevista una valutazione psichiatrica

Incalzata dalle domande degli inquirenti, Hanaa avrebbe poi affermato che non era sua intenzione uccidere il bambino. Ha poi aggiunto che a spingerla a commettere l'omicidio sarebbe stata una malattia mentale di cui soffre.

Stando a quanto riferito da Masrawy, sito web di notizie arabo egiziano, è stata effettivamente disposta a una valutazione sulla salute mentale della 29enne.

martedì 15 novembre 2022

Picchiano il figlio di 7 mesi a morte e poi si chiudono in casa a pregare sperando che guarisca, arrestati

 

Hanno picchiato il figlio di 7 mesi fino a causargli gravissime lesioni, poi lo hanno tenuto per 24 ore in casa pregando affinché guarisse, ma il piccolo è morto. Reinhardt Bosch, 33 anni, e Noemi Kondacs, 22 anni, non solo hanno causato gravi ferite al piccolo Rhuan Immaneul Bosch, ma hanno aspettato un giorno intero prima di chiamare i soccorsi che purtroppo non hanno potuto fare nulla per salvargli la vita.

Picchiano il figlio di 7 mesi a morte e poi si chiudono in casa a pregare sperando che guarisca, arrestati
Picchiano il figlio di 7 mesi a morte e poi si chiudono in casa a pregare sperando che guarisca, arrestati© Social (Facebook etc)
 

L'aggressione

La coppia di Yugar, nel Queensland, in Australia, è ora accusata di tortura e omicidio. Il bambino è stato trovato privo di vita dai paramedici che sono stati chiamati nella loro abitazione dopo 24 ore dall'aggressione e che hanno immediatamente capito che le lesioni riportare dal bimbo erano state causate dalle percosse. Secondo una prima analisi il bambino era morto ormai da 24 ore, quindi probabilmente sarebbe deceduto proprio durante il pestaggio.

 

La madre e il padre, entrambi molto religiosi, erano convinti che si sarebbe potuto risolvere tutto con la preghiera, per questo hanno tenuto il piccolo in casa pregando tutto il giorno. I paramedici, dopo aver visto lo stato in cui era il bambino hanno chiamato la polizia che ha arrestato la coppia. Pare che non fosse la prima volta che il bimbo veniva picchiato, dall'autopsia sono emerse cicatrici di precedenti percosse, che hanno spinto a pensare che fosse stato picchiato sin dalle prime settimane dopo la nascita.

domenica 9 ottobre 2022

Quei bravi ragazzi italiani

 

Quei bravi ragazzi italiani che pagano per far sesso con le bambine


80 mila italiani ogni anno partono per turismo sessuale minorile. Molti di loro credono di non commettere neppure un reato. Ma nel nostro paese la legge parla chiaro, ed è incredibile che il fenomeno sia ancora così diffuso.

Quei bravi ragazzi italiani che pagano per far sesso con le bambine
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Italiani brava gente.

Sembrerebbe proprio di no, almeno da quanto emerge da uno studio Ecpat (acronimo di End Child Prostitution in Asian Tourism, associazione che in oltre 90 paesi lotta contro lo sfruttamento sessuale e commerciale dei minori), che indica proprio i nostri connazionali come maggiori clienti del mercato del turismo sessuale, il quale, come è noto, coinvolge spesso e volentieri ragazze appena adolescenti, se non addirittura bambine.

Eppure, i dati parlano chiaro, e con quelli alla mano la constatazione è che circa 80 mila italiani, oggi, comprendono nel proprio “pacchetto vacanze” anche un rapporto sessuale con un minore.

Dando per scontato che il “desiderio di trasgressione” non sia motivo plausibile per giustificare tale comportamento, resta da chiedersi perché i turisti ritengano di poter avvicinarsi sessualmente a bambine e adolescenti, una volta approdati in terra straniera: i dati Ecpat spiegano che gli abituali sono il 35% mentre gli occasionali rappresentano il 65%; inoltre solo il 5% di loro riconosce ed è consapevole di essere un pedofilo, perché chi commette questo reato, nella maggior parte dei casi, essendo all’estero non lo considera tale. Ma la legge non dovrebbe non ammettere l’ignoranza?

Il turismo sessuale, le mete e gli italiani

Fonte: web

In tutto il mondo circa tre milioni di persone ogni anno si mettono in viaggio per fare sesso con un minore, come evidenziato dai dati dell’Organizzazione mondiale del turismo (Omt)

Le mete più gettonate, naturalmente, sono rappresentate dai paesi del terzo mondo, dove lo sfruttamento della prostituzione, per ragioni di indigenza ed estrema povertà, è all’ordine del giorno.

Degli 80 mila turisti sessuali che partono dal nostro Paese, il 90% sono uomini, con un’età che, negli ultimi anni, si è abbassata, oscillando tra i 20 e i 40 anni. L’Italia si piazza tra i primi sei Paesi da cui partono i potenziali clienti dei minori costretti a prostituirsi. Con noi ci sono Francia, Germania, Regno Unito, Cina e Giappone.

Nello studio di Ecpat Italia, contenuto nel Global Study di Ecpat Iternational (End Child Prostitution in Asian Tourism), che ha fornito questi dati dopo un lavoro di ricerca durato due anni, nel corso del 2015 e 2016, è emerso che i principali paesi di destinazione, contrariamente a quanti erano pronti a puntare sull’Asia, sono invece il Brasile, la Repubblica Dominicana, la Colombia, a cui recentemente si sono aggiunti alcuni paesi dell’Africa e dell’Est Europa. Thailandia e Cambogia, invece, restano le mete preferite per chi cerca turismo sessuale in Asia.


Per dare un quadro immediatamente realistico della situazione, citiamo le parole della presidente di Mete Onlus, Giorgia Butera, riportate da Il Fatto Quotidiano:

In alcune strade dell’Africa non è difficile trovare sulla strada cartelli che intimano di non toccare i bambini, scritti in italiano.

Come detto, il turismo sessuale trova ragione di esistere soprattutto nella convinzione, da parte delle persone che commettono questo reato, di non violare la legge, come ribadisce anche Yasmin Abo Loha, segretario generale di Ecpat Italia. Il problema è poi che, oltre ai dati resi disponibili da vari studi condotti in sinergia tra più ONG e paesi, resta il dubbio che molti casi potrebbero però rimanere sommersi, dato che le mete preferite dai predatori sessuali sono anche quelle in cui, per evitare scandali, corruzioni e tangenti alle forze di polizia sono la normalità.

Le ragioni di un fenomeno così diffuso

Fonte. web

Come accennato, naturalmente i motivi per cui tanti minori finiscano sulle strade, costretti a prostituirsi, risiede principalmente nelle gravi condizioni economiche in cui versa la maggior parte della popolazione in questi paesi, che diventano luoghi, per i turisti, in cui violare la legge.

Se alla base c’è dunque la povertà, sia economica che culturale, non va però dimenticato che a orchestrare il tutto c’è, chiaramente, la criminalità organizzata, la stessa che è responsabile del trafficking e dello smercio di immagini pedopornogafiche.

Una piccola fetta di minori costretti a prostituirsi, però, soprattutto negli ultimi anni, in concomitanza con l’acuirsi della crisi economica, lo fa spontaneamente, o al massimo spinto dalla famiglia, come ultima spiaggia per risollevare le finanze domestiche. È terribile solo da pensare.

Il giro d’affari dietro la prostituzione minorile è secondo solo a quelli di armi e droga, ma, come abbiamo detto, secondo Ecpat,i pedofili, ovvero coloro che si riconoscono tali, e hanno un target che interessa gli under 12, spesso addirittura gli under 9, rappresentano un’esigua minoranza: appena il 5%. Per gli altri si tratterebbe di prostituzione “normale”.

Per questo, Ecpat Italia si sta impegnando moltissimo a ribadire l’importanza della segnalazione e della denuncia, ma soprattutto dell’informazione e della diffusione di consapevolezza.

Cosa dice la legge italiana sul reato di turismo sessuale

Fonte: web

È importante ribadire che il turismo sessuale con minori, dovunque venga praticato, in Italia è considerato reato. Anche se in alcuni paesi l’età del consenso è di 16 o 17 anni, laddove c’è dello scambio di denaro in cambio di una prestazione sessuale, quella è prostituzione minorile a tutti gli effetti ed è reato.

Ribadisce Yasmin Abo Loha. E, in effetti, nel nostro paese la legge parla chiaro: la numero 269/1998, “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù, aggiornata dalla 38/2006, “Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet”.


La normativa italiana è stata tradotta in diverse lingue poiché considerata pioneristica, dato che è una delle prime a prevedere il principio di extraterritorialità: ciò significa che gli italiani rei di turismo sessuale possono essere inquisiti anche nello stato estero, dietro denuncia delle vittime, e poi in Italia, d’ufficio.

A livello internazionale, invece, il turismo






 sessuale minorile, sorprendentemente, non rientra ancora nei crimini contro l’umanità.

Nella Dichiarazione e Agenda per l’Azione ci si limita infatti a parlare di “violazione fondamentale dei diritti dei bambini che comprende l’abuso sessuale da parte dell’adulto e una retribuzione, in beni o in denaro, del minore e/o di terzi. Il bambino viene trattato sia come oggetto sessuale sia come oggetto commerciale. Lo sfruttamento sessuale dei minori a fini commerciali rappresenta una forma di coercizione e violenza esercitate nei confronti dei bambini ed equivale ai lavori forzati e a una forma di schiavitù contemporanea“.

Il turismo sessuale femminile

Fonte: web

Ogni anno, si legge su Il Fatto Quotidiano, sono circa 8mila le donne italiane che si muovono alla ricerca di sesso a pagamento con minori. I preferiti sono gli adolescenti caraibici o del Kenya.
Dunque, per quanto in percentuale inferiore – rappresentano il 10% dei turisti sessuali – anche le donne rientrano nella sfera dei turisti sessuali. Ne avevamo parlato anche in questo articolo.

Mamma uccide il figlio di 5 anni e lo fa a pezzi per mangiarlo: Egitto sotto cho

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