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sabato 28 settembre 2013

IL PDL LASCIA IL GOVERNO, I MINISTRI SI DIMETTONO PER BERLUSCONI. È CRISI



ROMA - «I ministri del Pdl rassegnano le proprie dimissioni». Lo fa sapere Angelino Alfano - tramite la sua portavoce -, dicendo di parlare a nome di tutta la delegazione del Popolo della Libertà. «Il Presidente della Repubblica è stato informato dal Presidente del Consiglio delle decisioni comunicategli di ministri del Pdl. Dopo il rientro Roma concorderà con il Presidente Letta l'incontro che le decisioni odierne rendono necessario». Lo comunica il Quirinale in una nota.
Letta: "Chiarimento avvenga in Parlamento alla luce del sole e di fronte ai cittadini". 'Gli italiani non abbocchino a Berlusconi sull'Iva«. Lo scrive Enrico letta in un tweet.
Le dimissioni dei ministri del Pdl «sono una ulteriore azione di sfascio per l'azione del governo»: lo ha detto il segretario del Pd, Guglielmo Epifani. LA MEMORIA DIFENSIVA DI BERLUSCONI «Ho invitato la delegazione del Popolo della Libertà al governo a valutare l'opportunità di presentare immediatamente le proprie dimissioni per non rendersi complici, e per non rendere complice il Popolo della Libertà, di una ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani». Così Silvio Berlusconi. Dalla difesa all'attacco. Nella memoria difensiva depositata questa mattina, Silvio Berlusconi chiede la ricusazione di alcuni membri della giunta del Senato che deve decidere della sua decadenza. Nel testo, in possesso dell'ANSA, si chiedono le dimissioni dei senatori che hanno già espresso una posizione e, in subordine, la sospensione del giudizio e la ricusazione. «Nessuna utilità vi potrebbe essere nel partecipare a un giudizio del quale si sia già previamente conosciuta la sua conclusione. La presenza delle parti, dell'interessato o di un avvocato non sarebbe che una mera sceneggiata in un copione già ampiamente scritto». Così Silvio Berlusconi, nel chiedere la ricusazione della giunta. IL CAV: "SOSPENDERE IL GIUDIZIO FINO CORTE UE" La giunta delle immunità «sospenda il giudizio in attesa della decisione della Corte Europea» presso la quale è stato presentato un ricorso contro la legge Severino e che dovrebbe decidere «in tempi assai ravvicinati, ovvero nell'ordine di pochi mesi». È quanto si legge nella memoria difensiva di Silvio Berlusconi.

venerdì 20 settembre 2013

Andrea Scanzi e il videomessaggio di Berlusconi


È molto divertente leggere i commenti disgustati della gerarchia piddina dopo il videomessaggio patetico del pregiudicato di Arcore. Sembra quasi che, in questi vent'anni, abbiano vissuto su Marte.
La recensione più fulminante è di Barbara Berlusconi: "Se mio padre è un delinquente, perché han fatto con lui gli ultimi due governi?".
Provate a rispondere, Letta Jr e Re Giorgio. Possibilmente senza moniti o supercazzole

sabato 31 agosto 2013

BERLUSCONI: "NESSUN ULTIMATUM A LETTA, E SI ALLEA CON I RADICALI

BERLUSCONI E PEGGIO DI UNA PUTTANA ,PARDON DI UNA ESCORD
IL SUO LIVELLO LO IMPONE 

Sabato 31 Agosto 2013
ROMA - Berlusconi cambia direzione dopo le dichiarazioni di ieri: «Berlusconi, nessun ultimatum governo deve continuare, sta facendo cose egregie». Sul premier Enrico Letta ha aggiunto: «Gli faccio i migliori auguri, spero che prosegua il suo lavoro».

RASSICURAZIONI Lo assicura Silvio Berlusconi in una conferenza stampa improvvisata sotto il gazebo dei Radicali in largo di Torre Argentina dopo avere firmato i referendum sulla giustizia. «Ieri ho letto di un ultimatum, secondo il quale io avrei detto che se mi fanno decadere allora farò cadere il governo. Non è così», assicura il Cavaliere.

BENE VIOLANTE «Le parole di Luciano Violante confortano, quelle del premier Letta sconcertano: Berlusconi non può subire un'afflizione di natura penale per una norma susseguente al reato commesso reato che, è opportuno dirlo ,per noi non ha commesso affatto». Lo afferma il senatore Antonio Gentile, del Pdl. «Violante è un giurista - prosegue Gentile - e afferma cose sagge, in un contesto nel quale tanti piccoli esponenti, da Renzi ad altri, dicono solo fesserie».

martedì 27 agosto 2013

IL CONFLITTO D'INTERESSI DI BERLUSCONI ABBATTERÀ BERLUSCONI


  • IL CONFLITTO D'INTERESSI DI BERLUSCONI ABBATTERÀ BERLUSCONI

    IO CE L'HO CON LA SINISTRA. Siamo arrivati fin qui perché in Italia il Conflitto d'Interessi non è mai stato affrontato seriamente. La sinistra non l'ha mai neanche sfiorato, a tal punto che la Legge se la fece Berlusconi da solo nel 2004 (operazione possibile solo in un Paese senza opposizione).

    Il Conflitto d'interessi è un tema serio (di cui il Movimento 5 Stelle ha la sua proposta di Legge già depositata alla Camera da due mesi). Può una persona titolare diretta o indiretta di concessioni pubbliche, di televisioni, di assicurazioni, gruppi editoriali essere eleggibile? Secondo il concetto comune di conflitto d'interessi, no. Al di là delle possibili azioni illecite che potrebbe compiere l'eletto, il punto fondamentale è che la potenza di fuoco dei media che possiede (lui o i suoi figli) potrebbe essere utilizzata per favorire la propria rielezione. E non si può dire che non sia stato così.

    Ma siccome quando nel 1994 Berlusconi sbarcò in politica, il già cavaliere "era solo l’ultimo erede di un sistema consolidato" - diceva il giornalista Sergio Rizzo - tutti si sentirono in imbarazzo a contestargli l'eleggibilità. A tal punto che Luciano Violante e i DS decisero di garantirlohttp://www.youtube.com/watch?v=bXaCEeU8zQ4

    OGGI SIAMO AL PARADOSSO. Berlusconi dopo 20 anni di carriera politica (certamente favorita anche dalle sue televisioni ma soprattutto da un'opposizione inesistente o connivente) viene condannato a 4 anni in via definitiva proprio per gli illeciti delle sue aziende, che secondo la Corte continuava a controllare anche se intestate ai figli. ED UTILIZZA proprio le sue TV (il suo conflitto d'interessi) per divulgare un messaggio perverso: <<Chi ha ragione? I giudici che mi condannano o il popolo che mi vota?>>

    Se avessimo avuto una seria Legge sul Conflitto d'Interessi, che di certo non poteva fare Berlusconi (per ovvie ragioni), oggi non saremmo a questo punto. Sarebbe stato ineleggibile. Oppure avrebbe dovuto affidare i suoi patrimoni ad un "blind trust" per tutta la durata della sua permanenza in politica. L'ineleggibilità serviva proprio ad evitare un tale paradosso: SPOSTARE I PROCESSI DALLE AULE DI TRIBUNALE AGLI STUDI TELEVISIVI E QUINDI NELLE URNE ELETTORALI.

    MA ADESSO BERLUSCONI HA UN BEL PROBLEMA.
    Le sue aziende crollano a picco, insieme alla borsa italiana. E' chiaro che MEDIASET vive di luce riflessa di BERLUSCONI e del suo potere politico, che attualmente esiste grazie al GOVERNO LETTA. Nell'ultimo anno ha perso il 30% di utili. E in due giorni ha perso il 6% in borsa. Lui vorrebbe far saltare il banco e andare alle elezioni, giocarsi l'ultima partita con il coltello tra i denti, ma i suoi amministratori delegati, i suoi grandi azionisti e il suo entourage non sono d'accordo. Lo proveranno a fermare fino alla fine. E dovrà scegliere: o la sua morte politica o quella delle sue aziende. Tra l'altro qualunque cosa sceglierà ho l'impressione che danneggerà l'altra. Restare nel Governo Letta farà galleggiare Mediaset, ma ucciderà il PDL, far cadere il governo letta farà galleggiare i consensi del PDL (o Forza Italia) ma stroncherà le aziende. Almeno fino all'esito delle prossime elezioni alle quali però questa volta non potrà essere candidato per la Legge Severino, inoltre con un partito spaccato in due tra falchi e colombe.

    LUI SI E' CREATO, LUI SI STA DISTRUGGENDO. In mezzo ci sono 20 anni di inerzia della sinistra, di evanescenza della "lotta", di politica delle chiacchiere senza contenuti. 20 anni in cui molti parlamentari della sinistra sono stati scritturati da Mediaset per programmi Tv o hanno investito nelle azioni del biscione (che tutt'ora detengono).

    Non oso immaginare questa legislatura (la 17esima) senza Movimento 5 Stelle. La 18esima però sarà davvero la NOSTRA!

sabato 24 agosto 2013

Il dibattito su Berlusconi verte sul nulla


Il dibattito su Berlusconi verte sul nulla. È stato condannato per un reato gravissimo in via definitiva. Vada in galera. Se non sarà galera, a causa di ex Cirielli e leggine varie, siano domiciliari. Se non saranno domiciliari, siano servizi sociali (l'ipotesi più divertente, peraltro).
Le probabili condanne definitive per il caso Ruby e per la compravendita di senatori (il suo reato più grave, anche se nessuno pare parlarne) faranno saltare anche la protezione dell'indulto (altro orrore del centrosinistra: complimenti) e gli apriranno le porte della percezione (ma più che altro della galera).
Il paese muore e la politica sta a parlare dell'agibilità di un collezionista seriale di reati penali.
Basta.
Ci avete sfrangiato gli zebedei con questa ipocrita e vile ammuina garantista. Non c'è nulla da decidere, o risolvere, o legiferare: Berlusconi è un delinquente e non deve più fare politica (del resto non l'ha mai fatta).
Sia isolato e lasciato al suo destino di Craxi 2.0, a frignare ad Arcore o sotto il lettone di Putin, nell'indifferenza di chi sogna un paese normale e nel dolore dei tanti servi (giornalisti, politicanti, lacchè) che senza di lui si sentiranno giustamente persi e inutili.
Berlusconi è finito. Non salvatelo un'altra volta. Voltiamo pagina, son vent'anni che dobbiamo (dovete) farlo.

mercoledì 14 agosto 2013

“Bersani mi ha detto: il Pd farà decadere Berlusconi”



Sono passati quasi sei mesi dall’ingresso dei Cinque stelle a Palazzo. «Immagina un giocatore che si fa tutto il campo dribblando e poi arriva davanti alla porta sbagliando un gol fatto. Noi di errori ne abbiamo commessi, ma poco a poco abbiamo ingranato e ora non sbagliamo un colpo». Alessandro Di Battista è tra gli stellati più noti, presente in piazza e attivo in aula, da molti incoronato leader carismatico. Ha lanciato l’iniziativa “invita un deputato a cena”, è andato in Spagna a parlare del Movimento: «Ci sono tre gruppi che vogliono presentarsi alle prossime elezioni».
Con Linkiesta tiene i piedi per terra: «Ognuno ha i suoi talenti, c’è chi ha una leadership comunicativa e chi sa leggere un bilancio alla grande». Il giro di boa delle vacanze estive è segnato dalla sentenza Mediaset: «Bersani mi ha detto che lui è convinto che il Pd farà il suo dovere e farà sì che Berlusconi non sarà senatore». Nel frattempo i Cinque Stelle preparano il campo: «Napolitano ci dia il governo e realizzeremo cinque punti chiave». Nessuna alleanza perché «i partiti sono diventati banche, oligarchie organizzate che fanno i cazzi loro a scapito della collettività, se cade Berlusconi cadono anche molti affaristi del Pd».
In questi mesi è stato ovunque. Come sta?
Ho dormito quattro ore a notte, ho dato tutto e ho bisogno di due settimane di riposo. A lungo andare il Palazzo ti logora, ti toglie l’anima e per non perderla ho fatto molte iniziative coi cittadini. Da un lato Montecitorio è Versailles, dall’altro sembra la classe dei ragazzi della 3° C. Non pensavo che molti parlamentari fossero di così basso livello. Ci sono persone preparate come Fava di Sel, Fedriga della Lega nord, Corsaro di Fratelli d’Italia. E altre che hanno pagato molti soldi per essere qui: io ho speso 150 euro di campagna elettorale, ma c’è chi nel Pd e nel Pdl ne ha sborsati 30mila per farsi mettere in posizioni eleggibili. Un vero ricatto, perché poi l’attività politica sarà inevitabilmente condizionata. Anche per questo vogliamo togliere i soldi dalla politica, ma purtroppo il ddl è slittato a settembre grazie al governo del rinvio.
Il vostro viaggio in Kazakistan per incontrare Alma Shalabayeva ha riacceso i riflettori sulla vicenda. 
Abbiamo chiesto di istituire una delegazione ufficiale alla Commissione Esteri della Camera, Cicchitto ha detto no e noi abbiamo fatto cinque biglietti aerei pagati con i nostri soldi, dopodiché siamo partiti. Abbiamo messo in piedi la diretta streaming con la Shalabayeva, qualcosa di incredibile. Una missione diplomatica che diventa trasparente, la politica che si apre. Abbiamo raccolto altri elementi per fare chiarezza sulla vicenda, siamo riusciti a parlare con tutti gli attori coinvolti, compreso il ministro degli Esteri kazako. Gli abbiamo detto che siamo la principale forza di opposizione italiana e alle prossime elezioni saremo al governo. Volente o nolente, doveva confrontarsi anche con noi.
La sentenza Mediaset e le nuove scosse per il governo. Quali sono le sue sensazioni per il dopo estate?
Bersani mi ha detto che è convinto che il Pd farà il suo dovere e farà sì che Berlusconi non sarà senatore. Io non mi fido e gli ho chiesto: “Sei convinto come eri convinto che avrebbero votato tutti per Prodi?”.
Il capogruppo Nuti vi ha inviato una lettera con la road map in caso di crisi. Legge elettorale e poi il voto, oppure un governo di emergenza che realizzi 5 punti cardine. Ma negate aperture.
Non è scritto da nessuna parte che dobbiamo fare qualcosa col Pd. La nostra lettera è un’apertura al Parlamento, vogliamo che questo governo cada il prima possibile perché sta rovinando l’Italia. Napolitano deve assumersi le sue responsabilità e io, fossi in lui, mi dimetterei. Qualora cadesse l’esecutivo e in caso di mancato scioglimento delle Camere, il Paese avrebbe bisogno non solo di una nuova legge elettorale, ma anche di misure emergenziali che i partiti non possono fare.
Qui entrate in gioco con i vostri punti cardine. 
Ci dessero il governo. Noi siamo liberi. Presenteremo al Parlamento una serie di punti chiave. Legge elettorale, conflitto d’interessi, legge sul finanziamento pubblico ai partiti, reddito di cittadinanza e misure straordinarie per le PMI come l’abolizione dell’Irap. Queste cose le farebbe il Parlamento con l’ausilio del governo. Non avremmo bisogno di alleati e insieme al Capo dello Stato troveremmo personalità adeguate. Detto ciò, noi dialoghiamo ma non ci alleiamo con chi ha distrutto l’Italia, non si parla con i partiti ma con i deputati. D’altronde Pd e Pdl sono uguali, forse il Pd ti prende meglio per il culo.
Ostruzionismo, battaglie notturne e “straordinari” in Commissione. Come valuta la vostra attività parlamentare?
Il primo periodo è stato il più difficile perché dovevamo conoscerci, fare i colloqui con i collaboratori, non avevamo un ufficio legislativo. Immagini un giocatore che si fa tutto il campo dribblando e poi arriva davanti alla porta sbagliando un gol fatto. Di errori ne abbiamo commessi, ma poco a poco abbiamo ingranato e sono due mesi che, in quanto opposizione, non sbagliamo un colpo.
È il deputato Cinque Stelle più in vista. Carismatico, richiesto da tutti. Molti la vedono leader.
La parola leadership non è brutta, ma da noi non c’è nessun capo. C’è chi sa parlare bene in pubblico e ha una leadership comunicativa, ma ci sono anche persone che sanno leggere un bilancio alla grande. Ognuno ha i suoi talenti, siamo tutti utili ma nessuno indispensabile. In futuro ci saranno altri Nuti, Sibilia e Di Battista. Eppure nella storia della Repubblica non c’è mai stato un gruppo parlamentare che ha espresso così tante leadership: ognuno di noi sta uscendo, tutti facciamo interventi in aula mentre nel Pd e Pdl parlano sempre gli stessi.
Ma anche nelle dinamiche interne un Di Battista emerge.
L’assemblea dei parlamentari M5s mi “cazzia” come “cazzia” chiunque altro. Noi stiamo esprimendo tante persone con altrettanti talenti. Alla fine di questa legislatura saremo ognuno competente nelle proprie materie, mentre nei partiti ci sono i capi e i premibottone.
Con la vostra strategia parlamentare non rischiate di condannarvi all’irrilevanza?
No. C’è una parte di me che è incazzata: avrei voluto cambiare l’Italia nel giro di cinque mesi ma non è possibile. Dall’altro lato la nostra presenza è determinante, ci stiamo incuneando all’interno delle falle del sistema. E non è un caso che Bersani e Monti siano defunti politicamente e Berlusconi sia stato condannato.
La sua consacrazione mediatica a Montecitorio si è avuta col discorso sui Marò. Sembrano passati secoli.
La situazione è in mano alla giustizia indiana. Da italiani ci auguriamo che non siano colpevoli e qualora vengano condannati faremo di tutto per far loro scontare la pena in Italia. Purtroppo la vicenda è stata gestita male prima, ora non possiamo interferire. Auspichiamo che il governo utilizzi tutti gli strumenti di ratifica del diritto internazionale per controllare che il processo sia corretto.
Se si tornasse a votare a breve, autunno o primavera, ci sarebbe?
Sì, vorrei lavorare un certo numero di anni nelle istituzioni, mi sentirei in dovere di portare avanti il lavoro iniziato. Ribadisco che questa non è la vita che voglio fare, è una parentesi in cui mi metto a disposizione della collettività e combatto per il popolo italiano. Voglio tornare a fare il mio mestiere.
Però un po’ ci ha preso gusto.
Meno di quanto sembra, sono orgoglioso di quello che stiamo facendo ma è molto faticoso. E non è una bella vita. Quando finiremo noi entreranno altri. La più grande rivoluzione è già compiuta: non è vero che il mestiere del deputato debba appartenere ad una èlite. Lo possono fare tutti: bastano determinazione, onestà e organizzazione.
Twitter: @MarcoFattorini

 http://www.linkiesta.it/di-battista-m5s#ixzz2bw7gb8GF

venerdì 9 agosto 2013

Marina Berlusconi furibonda con Gianni Letta ù avrebbe consigliato al padre di dimettersi.


Marina Berlusconi furibonda con Gianni Letta perché avrebbe consigliato al padre di dimettersi. Ma d’altra parte è anche giusto: solo perché è un delinquente si dovrebbe dimettere ??.
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Marina Berlusconi è furibonda nei confronti di Gianni Letta, reo di aver consigliato a suo padre di dimettersi da senatore senza aspettare la decadenza che verrà decisa dalla giunta di Palazzo Madama.
Una sintesi dell’arroganza e la faccia tosta dei Berlusconi Family. Solo perché è un delinquente Silvio dovrebbe dimettersi?
E quel rincoglionito che sta sul colle, che aspetta a dargli la grazia che gli spetta per diritto divino??
Amore di figlia? No, il carcere e l’estromissione della politica potrebbero significare la catastrofe per le aziende paterne (e per  sa sua eredità).
Che bella gente !!

domenica 4 agosto 2013

Alessandro Di Battista dal Kazakistan


icamente finito, Monti si dimette poi ci ripensa ma e' alla guida di una accozzaglia senza idee e oggi potrebbe anche passeggiare senza scorta tanto nessuno lo riconoscerebbe. Alfano si e' dimostrato inadeguato e ridicolo nella gestione Shalabayeva e se ci fosse il voto di preferenza nemmeno i forzisti piu' incalliti (cosi' si chiamano quelli di Forza Italia 2.0 vero?) lo voterebbero. E B. e' un pregudicato, un frodatore del fisco (vi ha aumentato lui l'IVA, lui ha messo l'IMU e lui non pagava le tasse) e' un imbroglione, e' un delinquente. Che dire, non sara' tutto merito nostro (e quando dico nostro intendo di tutti noi mica dei deputati) ma lo tsumani si sente, eccome se si sente. E non ci fermiamo, questo paese va ripulito e lo ripuliremo assieme. Ogni giorno in piu' di governo e' un disastro per l'Italia, noi siamo pronti a governare ma B. non stacca la spina e, udite udite, Letta ne e' felice. Si sostengono ancora, come due carte napoletane in un castello fatto sulle tovaglie natalizie. Ma caschera' tutto e ricominceremo, assieme, costruiremo un sistema diverso dove nessun uomo avra' mai il potere di B. dove il popolo controllera' il potere e dove l'informazione ce la faremo tutti quanti assieme. Qua dal Kazakistan e' tutto poi' chiaro. Vinciamo noi.

p.s. mi e' rivenuta voglia di viaggiare, poi vi raccontero' ma sono fatto cosi', arriva un momento in cui i piedi scottano e se scottano non si raffreddano piu'. Ora ci siamo noi in parlamento ma poi tocchera' a voi! Io voglio fare altro nella mia vita.

sabato 3 agosto 2013

BERLUSCONI, RITIRATO IL PASSAPORTO. BONDI: "SOLUZIONE O SARÀ GUERRA CIVILE"

COM'E' STRANO L'ESSERE UMANO..
A noi hanno fatto di tutto e di più,ci hanno tolto il lavoro,tassati fino all'osso eppure siamo qua a parlare di Berlusconi tranquilli e beati.
Loro stanno rischiando il potere con la condanna del loro presidente, non  interessa a nessuno  se e stato condannato, stanno proteggendo il loro lavoro e sono pronti a fare una guerra civile.
Noi per muoverci aspettiamo di essere al tracollo completo. 
Sabato 3 Agosto 2013
ROMA - «O la politica è capace di trovare delle soluzioni capaci di ripristinare un normale equilibrio fra i poteri dello Stato e nello stesso tempo rendere possibile l'agibilità politica del leader del maggior partito italiano oppure l'Italia rischia davvero una forma di guerra civile dagli esiti imprevedibili per tutti».

Così il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi.

CONSEGNATO ALLA DIGOS DI ROMA IL PASSAPORTO DI BERLUSCONI È stato consegnato alla Digos di Roma il passaporto di Silvio Berlusconi, come previsto dopo l'emissione del decreto di esecuzione della pena nei confronti dell'ex-premier per il caso Mediaset. A disporre la revoca del passaporto era stata la Questura di Milano e, secondo la procedura, il provvedimento è stato eseguito dalla Digos della Questura di Roma.

COLLE: "DA BONDI DICHIARAZIONI IRRESPONSABILI" Interpellati sulle dichiarazioni odierne di Sandro Bondi che, tra le altre cose, ha evocato il rischio di una «guerra civile» dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna Silvio Berlusconi, ambienti del Quirinale le definiscono «dichiarazioni irresponsabili».

BONDI: "NON MI FARÒ CHIUDERE LA BOCCA DAL COLLE" «Non mi farò chiudere la bocca da nessuno, neppure da un comunicato del Quirinale. E non accetto di essere indicato come un irresponsabile». Lo afferma Sandro Bondi, replicando alla reazione di «ambienti» del Quirinale alle sue parole sul rischio di «guerra civile» in assenza di una soluzione politica alla vicenda Berlusconi.

«I veri irresponsabili - prosegue Bondi - sono quelli che hanno fatto precipitare la situazione fino a questo punto. So di essere una persona responsabile e ho sempre ricercato e ricerco nel mio impegno politico il confronto, la collaborazione, la conciliazione e il bene del nostro Paese».

«Questa mia indole tuttavia non mi impedisce di esprimere liberamente le mie opinioni personali sulla storia d'Italia e sul rischio che, dopo la sentenza della Cassazione, in assenza di una soluzione politica che restituisca la libertà personale e l'agibilità politica al leader del più importante movimento politico italiano, tutto possa precipitare verso una nuova forma di strisciante guerra civile, che come tutti coloro che non sono ipocriti sanno è un tratto caratterizzante della storia d'Italia, dal dopoguerra in poi», conclude il coordinatore del Pdl.

Pdl minaccia dimissioni, Alfano in lacrime davanti a Berlusconi



Alfano in lacrime: "Pronti a dimissioni dall'esecutivo per difenderci"
ROMA -”Pronti alle dimissioni dall’esecutivo per difenderci”. Lo ha detto in lacrime il vicepremierAngelino Alfano alla riunione dei parlamentari Pdl il giorno dopo la sentenza della Cassazione sul caso Mediaset, che ha confermato la condanna di Silvio Berlusconi a 4 anni di reclusione per frode fiscale.
“Se c’è da difendere i nostri ideali e la storia di tutti noi, e la storia del presidente coincide con la nostra, siamo pronti alle dimissioni a partire dai ministri del governo”.
Rivolgendosi poi al Cavaliere, non nasconde un filo di commozione e con voce rotta rinnova la sua fedeltà: ”Non siamo noi quelli che hanno percorso questa strada in senso sbagliato. Restiamo al suo fianco per lei e per gli ideali che lei rappresenta”.

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