venerdì 20 settembre 2013

Nicola Morra ; ne ho le scatole piene


  • questa settimana abbiamo nuovamente toccato con mano la crisi dell'istituzione parlamentare.
    martedì abbiamo fatto aula unicamente per ricordare giulio andreotti, poichè in commissione non si era riusciti a concludere la trattazione del decreto cultura. la mattina dopo abbiamo dovuto tardare di un'ora i lavori per lo stesso motivo, per poi scoprire dei due emendamenti pro archivi di partito e pro maxxi che siamo riusciti a far accantonare -questo per chi sostiene che noi si sia inefficaci-, a causa della loro evidente "improponibilità politica e morale"; e cmq, dobbiamo ancora terminare la valutazione e l'approvazione dello stesso per le fibrillazioni interne alla maggioranza, a testimonianza della "stabile instabilità" dell'esecutivo letta.
    abbiamo chiesto che la presidenza del senato affronti al più presto la questione del voto palese in aula per quando ad ottobre verremo chiamati a decidere della decadenza del senatore berlusconi, ottenendo polemiche e qualche critica, oltre che appoggio formale da tanti.
    ma, ne ho ormai piena coscienza, abbiamo vissuto sulla nostra pelle la progressiva crisi dell'istituzione parlamentare: tempi serratissimi assai spesso, ma inutili, provvedimenti confusi e da rivedere, privi di copertura finanziaria vera, ipocritamente organizzati in modo tale da presentarsi accettabili senza minimamente esserlo, audizioni in commissione per pochi amici, e decreti legge naturalmente omnibus in cui allo zuccherino si accompagna una montagna di vomito da accettare come se fosse nulla.
    ne ho le scatole piene.
    sentire poi un senatore del pd sostenere la tesi, cinica e fatalistica, per cui il paese sarebbe irreformabile, ti fa ancor più convincere che non ci sia altra possibilità che mandarli a casa tutti. dove lo trovano, dove lo potrebbero cercare, l'entusiasmo che serve ad affrontare le difficoltà, la tenacia con cui resistere alle avversità, se loro per primi si sono arresi, se sono degli sconfitti non più disposti a combattere? che ideali animano la loro lotta? ma, davvero, lottano? oppure conservano soltanto, con la forza della disperazione, i loro atavici privilegi, sottraendosi al confronto con la realtà?
    ricordo quando, in occasione della fiducia al governo letta, da parte di molti senatori dell'una e dell'altra parte si citò il principio di realtà come quel convincimento che aveva permesso, a forze politiche adulte e perciò responsabili, di trovare fra di loro un accordo per governare il paese in nome di una sempre sbandierata responsabilità....e ricordo ancora le accuse di settarismo, immaturità, puerilismo che ci sono state rivolte, come se fossimo dei ragazzini viziati, populisti e semplicisti, sol perchè non davamo la fiducia.....
    ed oggi ritrovo i colleghi saggi ed adulti di pd e pdl sempre più segnati da disorientamento, da utilitarismo cinico. da un lato tutti ad osannare renzi -dimenticando che mesi fa quasi tutti loro avevan dato il loro sostegno a bersani per "asfaltare" il sindaco fiorentino-, dall'altro tutti a domandarsi cosa ne sarà del centrodestra italiano, posto che l'epoca berlusconi sembra sempre più volta al declino imminente.
    io un suggerimento, modesto, per tutti quanti loro ce l'ho: tornate a casa. avete creato una distanza siderale fra voi e gli altri, avete reso le istituzioni invise ai cittadini, avete prodotto un solco incolmabile fra chi lavora, suda, vive, e voi che affogate nel privilegio il vostro tentativo di resistere al tempo.
    tornate a casa
 

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