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mercoledì 25 settembre 2013

sintesi sul lavoro in Parlamento rispetto all'omofobia


  • Pubblico una sintesi sul lavoro in Parlamento rispetto all'omofobia. Tutti (soprattutto gli elettori di quel Partito MORTO che e' il PD) devono informarsi. A riveder le stelle!

    Sintesi legge omofobia:

    1) Scalfarotto (PD) ci invita a firmare la proposta di legge contro l'omofobia (la stessa che noi abbiamo presentato al Senato, primo firmatario Orellana). Firmiamo sia noi che Sel che Scelta Civica.

    Cosa dice la legge? E' semplicemente l'estensione della legge Reale-Mancino, che introduce il reato di istigazione all'odio basato su razza, etnia, religione, nazione anche su "orientamento sessuale o identità di genere" e prevede (ART.3) la cosiddetta "aggravante" (ovvero una pena superiore della metà) per chi incita a commettere atti di violenza o commette atti di violenza basati sugli stessi motivi estendendo quindi anche qui a orientamento sessuale e identità di genere.

    2) in commissione giustizia le pdl (proposte di legge) sullo stesso tema vengono unificate, Scalfarotto non ci avvisa nemmeno e ci ritroviamo un testo che non dice nulla, semplicemente cambia il titolo, la rubrica della legge inserendo "omofobia e transfobia" nell'art.1 e sopprime tutti gli altri articoli presenti nella pdl da noi firmata.

    3) presentiamo gli emendamenti in commissione giustizia per ripristinare ciò che manca (soprattutto aggravante prevista dall'art.3 e definizione di omofobia e transfobia), ce li bocciano tutti, si astengono solo Zan (sel) e Scalfarotto (pd).

    4) arriva in aula il testo vuoto, ripresentiamo tutti gli emendamenti, il Pd presenta un emendamento che fa allarmare tutti, sia noi che le associazioni lgbt, l'emendamento Verini detta anche "norma di garanzia" o "clausola di salvaguardia" che difende il "pluralismo di idee", ovvero non costituiscono discriminazione o istigazione alla violenza la libera espressione di idee...in pratica si svuota la legge. Istituisci il reato e contemporaneamente fornisci la scappatoia, ovviamente più ampia possibile...e non solo su questioni di omofobia ma su tutta la legge Mancino quindi anche per razza, etnia, religione, nazione.

    Rinviano la votazione fino a quando il Pd non trova l'accordo con Scelta Civica (con il Pdl è ormai impossibile) ovvero il sub-emendamento Gitti (Sc) che peggiora ulteriormente l'emendamento Verini: chi fa parte di associazioni, istituti religiosi, partiti, sindacati, ecc...può dire quello che vuole e non viene considerata discriminazione. Gitti ha infatti giustificato l'esigenza di tale sub-emendamento dicendo che per esempio un istituto religioso deve avere il diritto di assumere personale in funzione dell'orientamento sessuale, ovvero se uno è gay non può essere assunto, pretende che questa non sia considerata discriminazione.

    Noi alla votazione finale ci siamo astenuti perchè l'aggravante è stata comunque inserita ed era uno di quei due punti cruciali che volevamo, ma sono state introdotte anche queste porcherie, non potevamo votare a favore.

    Adesso lo stesso identico dilemma del Pd si ripresenta TALE E QUALE in senato perchè anche lì Pd e M5S sono maggioranza, quindi potrebbero mettersi d'accordo, stralciare queste schifezze, votare gli emendamenti giusti e fare una legge buona. Il problema è che il Pd non va d'accordo nemmeno con se stesso, i voti nostri e di parte del Pd potrebbero non essere sufficienti quindi non possiamo prevedere che razza di scenari si apriranno.

    Gli attivisti lgbt vogliono fare pressing sul Pd e sul senatore Lo Giudice in particolare. Stay tuned.

sabato 21 settembre 2013

M5S Di Battista - Fuori i ladri dal parlamento! VIDEO




Non volevo rispondere alle parole superficiali della Presidente Boldrini e di Vendola (vero e proprio raggiratore di coscienze, pensate solo al fatto che, alle ultime politiche, si e' candidato alla Camera in varie circoscrizioni, i cittadini lo hanno votato evidentemente per stima sperando che LUI lavorasse in Parlamento quando LUI sapeva già che si sarebbe dimesso dopo l'elezione del Presidente della Repubblica. Questa si chiama truffa!). Non volevo rispondere per non dare troppa importanza alle loro farneticazioni ma quando mi rendo conto che si prende in giro con tale sfacciataggine l'intelligenza degli italiani non riesco a starmene zitto e buono. Rispondere a delle critiche, dure se volete, sbagliate per qualcuno (legittimo pensiero) di imparzialità, arroganza, inadeguatezza e impreparazione trincerandosi dietro al fatto di essere donna e' un'offesa a tutte le donne. E' come se ad una critica Beppe rispondesse “state offendendo Genova” o Berlusconi “attaccando me attaccate tutti i ladri”. Siamo all'assurdo, questo e' vero maschilismo. Chi non risponde alle critiche parlando di “attacchi perché e' donna” e' per me il maschilista tout court perché pensa scioccamente che le donne non si possano criticare. Uno squallore per l'intelligenza. Questi sono atteggiamenti tipici di una certa sinistra senza argomenti, con falsi ideali terzomondisti e con il portafogli a destra, dall'anima radical chic e dal villino a Capalbio dei quali, un Paese come il nostro non ha davvero più bisogno. Sto ancora aspettando delle scuse pubbliche dalla Presidente Boldrini per aver CENSURATO le mie parole “il PD e' peggio del PDL perché se il malaffare ha distrutto questo paese l'ipocrisia uccide la speranza”. Cosa c'era da censurare? Chi ho offeso? Il PD, il PDL, lei Presidente? Le consiglio di scusarsi, le scuse servono essenzialmente a chi si scusa. Spero che lo farà ma se non lo dovesse fare non direi mai che la Presidente, non scusandosi come me, sta offendendo la categoria di tutti i giovani onesti che stanno provando a cambiare il sistema. A riveder le stelle!

1. Oggi alle 16.30 parteciperò a Guidonia, al Parco caduti di Nassirija (pinetina) all'iniziativa Mettiamo le idee in “comune”.
2. Sempre oggi, alle 18.30 sarò a Ciampino, al festival MuoViamoci, Parco Aldo Moro in via Mura dei francesi.

Io e tutti gli altri miei colleghi NON stiamo in campagna elettorale, partecipiamo a iniziatve su iniziative di sabato e domenica NON per prendere voti ma perche' crediamo che questo sia il solo modo per sconfiggere un sistema dittatoriale dove i cittadini sono imboccati dall'informazione di regime e addormentati scientificamente. Partecipate gente, altrimenti non lamentatevi che il nostro Paese stia al tracollo!

mercoledì 21 agosto 2013

La spending review non tocca la Camera: il conto di Montecitorio continua a sali

Nei primi sei mesi del 2013 la spesa è salita di quattro milioni rispetto al 2012. Per i deputati divani Frau, servizi fotografici e corsi d'inglese. Solo le pulizie sono già costate mezzo milione, le spese mediche 200mila euro al mese. A sei anni da La Casta ecco i mille sprechi che segnano l'eterna vittoria del privilegio

La spending review non tocca la Camera: il conto di Montecitorio continua a salire
C’eravamo tanto preoccupati. E invece sprechi e privilegi si accomodano ancora su divanetti Fraucomprati di fresco, insieme ad altri arredi di lusso, al ritmo di 50mila euro al mese. A sei anni dal libro di Rizzo e Stella, in coda all’epopea del rigore, sotto l’occhio vigile dei “controllori” spediti in Parlamento ad aprirlo come una scatola di tonno, succede l’imponderabile: le spese della Camera dei Deputati non diminuiscono affatto come promesso ma aumentano ancora. In una manciata di mesi Montecitorio è costata ai contribuenti italiani la consueta montagna di soldi e quattro milioni di euro in più. Lo rivela l’elenco delle spese ordinate per lavori, servizi, forniture, consulenze e collaborazioni, risultanti dal sistema informativo contabile della Camera dei deputati. Il primo semestre del 2013 si è chiuso con un conto di 110 milioni di euro (109.809.654,17), lo stesso semestre del 2012 si era fermato a 105. Certo, erano 124 milioni nel primo del 2011, ancora epoca Berlusconi, Scilipoti&C. Ma la stagione del rigore non ha cambiato il vento. Neppure nei quattro lunghi mesi – dalla caduta del governo Monti all’insediamento di Letta – in cui le aule parlamentari hanno lavorato a ranghi ridotti e noi ci bevevamo ancora impegni e promesse solenni di candidati, questori, presidenti delle camere e tutti i cantori della nuova sobrietà. Invece ecco, son riusciti a farcela ancora sotto il naso, a costare quanto e più di prima beffando l’Italia alle prese con la crisi. A parte i 17 centesimi riportati nel totale, tocca vedere dove sono andati a finire tutti quei soldi, partendo – ovviamente – dalle competenze parlamentari e arrivando fino in casa dei “questori” che contro gli sprechi avevano promesso pugno di ferro e son caduti invece sulle consulenze d’oro.
Da Assange a Rosy Bindi, così si mantiene un deputato italianoNel conto semestrale , bene dirlo subito, non ci sono alcuni fondamentali:  come i 784 milioni per pagare stipendi e pensioni di deputati e dipendenti che fanno 2/3 del bilancio di Montecitorio. E neppure i 138 milioni per le pensioni degli “ex”. Ma alcune voci di spesa certificano che i soldi volano fuori dalle finestre della Camera e che la Casta goda ancora di ottima salute. Come i165mila euro di quotidiani per consentire a tutti e 630 gli onorevoli di leggere il proprio: 27mila euro al mese, mille euro al giorno. Sorridono gli editori e ancor più gli edicolanti, come la “Mondini” di Piazza Colonna, che da anni riceve una generosa commessa da 100mila euro a semestre. Eppure esiste una bella biblioteca dove ipotizzare uno spazio di consultazione a rotazione. Chi avesse dubbi in proposito può dare un’occhiata al conto degli acquisti librari (836mila euro) e a quello di gestione (2,4 milioni, non mancano preziosi lavori di rilegatura da 37mila euro). La passione bibliofila dei deputati italiani può sembrare bizzarra, ma mai come altre. L’anno scorso, per dire, Libero s’era accanito contro Fini, reo d’aver speso 200mila euro per portarsi appresso il fotografo personale Enrico Para, ex fotoreporter del Secolo d’Italia e dell’Msi, titolare della “Impero Fotografico srl”. Si stanno pagando le ultime fatture, perché sotto la voce “cerimoniale” 2013 la società di Para beneficia di pagamenti per altri 93mila euro.
Grande passione anche per le lingue straniere. E’ ormai stampato nella Storia Nessuno e nessuno può cancellare il “Berlusconi is not a delinquent” dell’onorevole Biancofiore. Ma è stampato anche un conto da 120mila euro per corsi di lingua inglese ai deputati che, evidentemente, vanno deserti o sono poco efficaci. Poco si sa, invece, sull’efficacia dei corsi di informatica costati 180mila euro. Si tengono da anni, a beneficio sempre delle stesse società, come la Capturator Srl di Roma. E a beneficio degli stessi deputati che resistono a più legislature. A quest’ora dovremmo avere in Parlamento gente come Kevin Mitnick o Assange. E invece abbiamo deputati, come Rosy Bindi, che giocano con l’Ipad a carte mentre in aula si discute il ddl lavoro-Ilva. A Roma però ci tengono ad essere tecnologicamente evoluti. E infatti sta per partire l’operazione Camera2.0., una gara per la gestione del sito da 4 milioni. Sulla salute, poi, non si scherza e soprattutto non si risparmia. Sul Fattoquotidiano.it abbiamo raccontato i costi per i servizi medici interni a Camera e Senato. Ebbene, nulla è cambiato. Non si capisce quale morbo si stia debellando laggiù, dove stipendio, diaria e rimborsi consentirebbero agli onorevoli di curarsi privatamente o affidandosi come tutti al SSN. Ma è molto preferibile per loro, a quanto pare, usare i presidi gratuiti (sempre per loro) che a noi sono invece costati 1,2 milioni di euro in sei mesi, 200mila euro al mese.
Un milione e mezzo per raffreddare l’estate calda della politicaInsieme agli eletti ci sono gli inquilini dipendenti (1.521), i servizi, le funzioni della Camera. Mai a buon mercato. Si è accesa e spenta, a giorni alterni, la polemica estiva sulle ferie alla Camera. Verrebbe da supplicare vacanze più lunghe, se si guardasse alla bolletta: il condizionamento delle sale di Montecitorio riesce a costare in sei mesi 1,4 milioni di euro. Chi entra batte i denti ma intanto può lustrarsi gli occhi. A dettar legge alla Camera è ormai l’interior designer: tra fatture Frau (79mila euro) e di altre nobili marche d’arredo, gli acquisti di beni mobili (di legno) procedono al ritmo di 48mila euro al mese, fino a un totale di 290mila euro. Non stupiscono i costi di “trasloco e facchinaggio” sopra il milione di euro e quelli per manutenzioni e pulizia. E’ in fase di aggiudicazione una gara da 2,9 milioni per assicurare il lavaggio di tappezzeria, vetrate, tende e parati. Tirare a lucido transatlantico e le infinite sale, e tenere il guardaroba riesce a costare ancora 1,6 milioni.
C’è poi il vestiario per i mille e rotti dipendenti che -contrariamente agli usi civili – usano servire gli onorevoli in livrea: il conto lavanderia in sei mesi è arrivato a 180mila euro, 30mila euro al mese. Briciole, certo, rispetto alle “spese strutturali” del bilancio. Dove pesano come un macigno leaffittanze senza gara a beneficio dei soliti noti. La parte del leone la fa sempre la Milano 90 Srl dell’imprenditore romano Scarpellini: in 13 anni ha beneficiato di 561 milioni di euro di fitto e nel primo semestre 2013 non poteva mancare una cedolare secca per lui da 23,8 milioni. Gli spazi per la politica non sono mai troppi, dal conto economico spuntano infatti altri 2 milioni. Spazi che poi tocca pulire, per la modica spesa di 500mila euro al mese. Insomma, i risparmi promessi erano solo sulla carta. No, neppure. Mentre tutti, da anni, si affannano a decantare mirabili risparmi della dematerializzazione negli uffici della Camera si continuano a disboscare foreste: solo in carta, in sei mesi, si sono spesi 322mila euro tra risme e cancelleria varia. Verrebbe da appellarsi ancora ai famosi “questori”, i deputati che tengono in mano questo bilancio e avevano dato avvio alla XVII legislatura con i migliori propositi. Ma tra i conti spunta anche il costo della loro segreteria per599mila euro, oltre la metà in fatture per consulenze agli studi più blasonati della Capitale (Orrù, Mazzantini, Maresca&Boccia). E noi che ci eravamo tanto preoccupati, la Casta è un punto fermo nell’Italia che cambia, una storia che non finisce mai.

domenica 18 agosto 2013

GLI ASSURDI STIPENDI DEI DIPENDENTI DEL GOVERNO


Operazione trasparenza: i dipendenti della Camera guadagnano più dei parlamentari
La Camera dei Deputati, ha pubblicato ieri sul sito istituzionale gli stipendi dei dipendenti. L'operazione trasparenza voluta dalla Presidente Boldrini, ha portato alla luce conferme a voci che giravano da tempo e un mucchio di materiale per gli eserciti anti-casta su cui riflettere.
E non si parla di parlamentari, si chiaro: si tratta di falegnami, elettricisti, baristi, barbieri, centralinisti, usceri, fino ai vertici più alti.
Lo stipendio più elevato, è quello del Segretario generale Ugo Zampetti, assunto con un contratto di circa 406mila euro, i due vice segretari (Guido Letta e Aurelio Speziale) lo seguono con circa cento mila euro in meno. I loro contratti, sono soggetti a rivalutazioni biennali del 2.5 per cento.
Al di là degli alti compensi d'ingresso, la tabella pubblicata sorprende per la velocità e la consistenza degli scatti di anzianità. Succede così che un "operatore tecnico" - secondo definizione - come un barbiere, viene assunto con contratto da 30mila e rotti euro, ma già dopo dieci anni di servizio raggiunge quota 50 mila, dopo venti 89, dopo trent'anni 127, per arrivare a 131mila euro annui al quarantesimo anno di anzianità.
Discorso analogo per gli assistenti parlamentari, i cosiddetti "commessi": che iniziano con 34mila per poi arrivare con gli anni a 136 mila euro. Scatti più rapidi invece per i tecnici delle riprese video e audio della TV della Camera: si parte poco sopra ai 30 mila, ma già dal decimo anno si superano i sessanta mila euro.
consiglieri parlamentari che svolgono attività di responsabilità e sono praticamente i veri e propri funzionari della Camera dei deputati, partono da una retribuzione di ingresso di oltre 64mila euro. Dopo 10 anni sono poco al di sotto dei 145mila euro, dopo venti superano i 228mila. Dopo trent'anni di anzianità si possono portare a casa 318mila euro, dopo i 40 anni svettano a 358mila euro. 
In pratica, un falegname o un elettricista al massimo dello scatto di anzianità, guadagna più di un deputato. Paragone che rende bene il senso del rapporto di forza reale tra funzionari e parlamentari.
Il segratario generale, guadagna quasi quanto quattro eletti: e d'accordo che il suo è un incarico da super-manager, gestendo milioni, palazzi e servizi, ma anche fare le leggi e decidere dove spendere i quasi 800miliardi che il nostro stato costa annualmente non è un ruolo da meno. Ma qui si potrebbe correrre il rischio di riaprire una questione non proprio ben digerita, che riguarda lo stipendio dei parlamentari ed il perché debba necessariamente essere alto: lasciamo perdere.
Lasciatemi dire però, a proposito, che l'idea che un barista di Montecitorio guadagni più di un Presidente di regione o del sindaco di una grande città italiana (Roma, Milano, Firenze) è al di là di ogni logica e del buonsenso.
Non con questo comunque, sia chiaro, si deve giustificare un sistema - quello dei parlamentari - fatto di privilegi e benefit, con stipendi comunque molto al di sopra della media dei pari grado europei. E il paragone non serva a dire alziamo il compenso dei parlamentari: ma all'inverso, eliminiamo il bar o riportiamo i dipendenti a valori coerenti col resto del mercato.
Ma questi numeri devono farci riflettere sul fatto che il privilegio in Italia è molto ben mimetizzato, spesso anche lontano dai centri in cui si immagina comunemente di poterlo individuare. Nel caso anni di retorica anti-casta (giusta, per carità!), contro i Parlamentari - tanto da trasformare la parola "poltici" in qualcosa di sporco impudico e svergognato - hanno distratto, miopi, da altre situazioni.Situazioni di privilegi altrettanto consolidati, forti di rapporti di potere cementati dal tempo.
Dati come quelli pubblicati, parlano chiaro e ci dicono che occorre cambiare bersaglio sulla lotta agli sprechi della politica: mirare verso quelle figure nascoste tra i cavilli legislativi di epoche passate, verso le società amministrate, partecipate, municipalizzate con i loro consiglieri dorati, verso consorzi e enti intermedi, verso tutta una serie di stipendifici sostenuti di tasca nostra.
Rivedere certe strutture con coarggio e con altrettanto coraggio rivederne il funzionamento: per esempio,come è possibile spiegare scatti di anzianità come quelli descritti, ad un insegnante che riuscirà se va bene a portare a casa poche centinaia di euro di amuento salariale a fine carriera?
I privilegi sono dissimulati ovunque e non soltanto sugli scranni delle Camere: spesso stanno anche dietro, anche sotto - molto sotto.

venerdì 2 agosto 2013

ASPETTANDO LA CONDANNA


IERI MENTRE AL GOVERNO I DEPUTATI ,SENATORI, USCIERI E TUTTI I LAVORATORI
ASPETTAVANO  IL VERDETTO DI BERLUSCONI NERVOSAMENTE ,I RAGAZZI DEL M5S
ERANO FUORI AL PARLAMENTO A PARLARE CON IL POPOLO.
ANCHE QUESTO E  CAMBIAMENTO

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