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mercoledì 21 agosto 2013

La spending review non tocca la Camera: il conto di Montecitorio continua a sali

Nei primi sei mesi del 2013 la spesa è salita di quattro milioni rispetto al 2012. Per i deputati divani Frau, servizi fotografici e corsi d'inglese. Solo le pulizie sono già costate mezzo milione, le spese mediche 200mila euro al mese. A sei anni da La Casta ecco i mille sprechi che segnano l'eterna vittoria del privilegio

La spending review non tocca la Camera: il conto di Montecitorio continua a salire
C’eravamo tanto preoccupati. E invece sprechi e privilegi si accomodano ancora su divanetti Fraucomprati di fresco, insieme ad altri arredi di lusso, al ritmo di 50mila euro al mese. A sei anni dal libro di Rizzo e Stella, in coda all’epopea del rigore, sotto l’occhio vigile dei “controllori” spediti in Parlamento ad aprirlo come una scatola di tonno, succede l’imponderabile: le spese della Camera dei Deputati non diminuiscono affatto come promesso ma aumentano ancora. In una manciata di mesi Montecitorio è costata ai contribuenti italiani la consueta montagna di soldi e quattro milioni di euro in più. Lo rivela l’elenco delle spese ordinate per lavori, servizi, forniture, consulenze e collaborazioni, risultanti dal sistema informativo contabile della Camera dei deputati. Il primo semestre del 2013 si è chiuso con un conto di 110 milioni di euro (109.809.654,17), lo stesso semestre del 2012 si era fermato a 105. Certo, erano 124 milioni nel primo del 2011, ancora epoca Berlusconi, Scilipoti&C. Ma la stagione del rigore non ha cambiato il vento. Neppure nei quattro lunghi mesi – dalla caduta del governo Monti all’insediamento di Letta – in cui le aule parlamentari hanno lavorato a ranghi ridotti e noi ci bevevamo ancora impegni e promesse solenni di candidati, questori, presidenti delle camere e tutti i cantori della nuova sobrietà. Invece ecco, son riusciti a farcela ancora sotto il naso, a costare quanto e più di prima beffando l’Italia alle prese con la crisi. A parte i 17 centesimi riportati nel totale, tocca vedere dove sono andati a finire tutti quei soldi, partendo – ovviamente – dalle competenze parlamentari e arrivando fino in casa dei “questori” che contro gli sprechi avevano promesso pugno di ferro e son caduti invece sulle consulenze d’oro.
Da Assange a Rosy Bindi, così si mantiene un deputato italianoNel conto semestrale , bene dirlo subito, non ci sono alcuni fondamentali:  come i 784 milioni per pagare stipendi e pensioni di deputati e dipendenti che fanno 2/3 del bilancio di Montecitorio. E neppure i 138 milioni per le pensioni degli “ex”. Ma alcune voci di spesa certificano che i soldi volano fuori dalle finestre della Camera e che la Casta goda ancora di ottima salute. Come i165mila euro di quotidiani per consentire a tutti e 630 gli onorevoli di leggere il proprio: 27mila euro al mese, mille euro al giorno. Sorridono gli editori e ancor più gli edicolanti, come la “Mondini” di Piazza Colonna, che da anni riceve una generosa commessa da 100mila euro a semestre. Eppure esiste una bella biblioteca dove ipotizzare uno spazio di consultazione a rotazione. Chi avesse dubbi in proposito può dare un’occhiata al conto degli acquisti librari (836mila euro) e a quello di gestione (2,4 milioni, non mancano preziosi lavori di rilegatura da 37mila euro). La passione bibliofila dei deputati italiani può sembrare bizzarra, ma mai come altre. L’anno scorso, per dire, Libero s’era accanito contro Fini, reo d’aver speso 200mila euro per portarsi appresso il fotografo personale Enrico Para, ex fotoreporter del Secolo d’Italia e dell’Msi, titolare della “Impero Fotografico srl”. Si stanno pagando le ultime fatture, perché sotto la voce “cerimoniale” 2013 la società di Para beneficia di pagamenti per altri 93mila euro.
Grande passione anche per le lingue straniere. E’ ormai stampato nella Storia Nessuno e nessuno può cancellare il “Berlusconi is not a delinquent” dell’onorevole Biancofiore. Ma è stampato anche un conto da 120mila euro per corsi di lingua inglese ai deputati che, evidentemente, vanno deserti o sono poco efficaci. Poco si sa, invece, sull’efficacia dei corsi di informatica costati 180mila euro. Si tengono da anni, a beneficio sempre delle stesse società, come la Capturator Srl di Roma. E a beneficio degli stessi deputati che resistono a più legislature. A quest’ora dovremmo avere in Parlamento gente come Kevin Mitnick o Assange. E invece abbiamo deputati, come Rosy Bindi, che giocano con l’Ipad a carte mentre in aula si discute il ddl lavoro-Ilva. A Roma però ci tengono ad essere tecnologicamente evoluti. E infatti sta per partire l’operazione Camera2.0., una gara per la gestione del sito da 4 milioni. Sulla salute, poi, non si scherza e soprattutto non si risparmia. Sul Fattoquotidiano.it abbiamo raccontato i costi per i servizi medici interni a Camera e Senato. Ebbene, nulla è cambiato. Non si capisce quale morbo si stia debellando laggiù, dove stipendio, diaria e rimborsi consentirebbero agli onorevoli di curarsi privatamente o affidandosi come tutti al SSN. Ma è molto preferibile per loro, a quanto pare, usare i presidi gratuiti (sempre per loro) che a noi sono invece costati 1,2 milioni di euro in sei mesi, 200mila euro al mese.
Un milione e mezzo per raffreddare l’estate calda della politicaInsieme agli eletti ci sono gli inquilini dipendenti (1.521), i servizi, le funzioni della Camera. Mai a buon mercato. Si è accesa e spenta, a giorni alterni, la polemica estiva sulle ferie alla Camera. Verrebbe da supplicare vacanze più lunghe, se si guardasse alla bolletta: il condizionamento delle sale di Montecitorio riesce a costare in sei mesi 1,4 milioni di euro. Chi entra batte i denti ma intanto può lustrarsi gli occhi. A dettar legge alla Camera è ormai l’interior designer: tra fatture Frau (79mila euro) e di altre nobili marche d’arredo, gli acquisti di beni mobili (di legno) procedono al ritmo di 48mila euro al mese, fino a un totale di 290mila euro. Non stupiscono i costi di “trasloco e facchinaggio” sopra il milione di euro e quelli per manutenzioni e pulizia. E’ in fase di aggiudicazione una gara da 2,9 milioni per assicurare il lavaggio di tappezzeria, vetrate, tende e parati. Tirare a lucido transatlantico e le infinite sale, e tenere il guardaroba riesce a costare ancora 1,6 milioni.
C’è poi il vestiario per i mille e rotti dipendenti che -contrariamente agli usi civili – usano servire gli onorevoli in livrea: il conto lavanderia in sei mesi è arrivato a 180mila euro, 30mila euro al mese. Briciole, certo, rispetto alle “spese strutturali” del bilancio. Dove pesano come un macigno leaffittanze senza gara a beneficio dei soliti noti. La parte del leone la fa sempre la Milano 90 Srl dell’imprenditore romano Scarpellini: in 13 anni ha beneficiato di 561 milioni di euro di fitto e nel primo semestre 2013 non poteva mancare una cedolare secca per lui da 23,8 milioni. Gli spazi per la politica non sono mai troppi, dal conto economico spuntano infatti altri 2 milioni. Spazi che poi tocca pulire, per la modica spesa di 500mila euro al mese. Insomma, i risparmi promessi erano solo sulla carta. No, neppure. Mentre tutti, da anni, si affannano a decantare mirabili risparmi della dematerializzazione negli uffici della Camera si continuano a disboscare foreste: solo in carta, in sei mesi, si sono spesi 322mila euro tra risme e cancelleria varia. Verrebbe da appellarsi ancora ai famosi “questori”, i deputati che tengono in mano questo bilancio e avevano dato avvio alla XVII legislatura con i migliori propositi. Ma tra i conti spunta anche il costo della loro segreteria per599mila euro, oltre la metà in fatture per consulenze agli studi più blasonati della Capitale (Orrù, Mazzantini, Maresca&Boccia). E noi che ci eravamo tanto preoccupati, la Casta è un punto fermo nell’Italia che cambia, una storia che non finisce mai.

lunedì 19 agosto 2013

L’Abbate (M5S) : “Presidente Boldrini, questa volta mi ha proprio deluso”


La Camera dei Deputati è stata convocata per domani 20 agosto alle ore 13:00. Sapete perché? Per annunciare la presentazione di un decreto legge, cioè per un “mero adempimento” che durerà circa due minuti.
Mi spiace Presidente Boldrini ma questa volta mi ha proprio deluso. Spacciare questa pagliacciata per far credere agli italiani che la Camera lavora anche d’estate proprio non mi piace. Da Lei mi sarei aspettato molto di più. Per non parlare dello spreco di soldi pubblici che ci sarà.

Adesso lo sappiamo benissimo come i partiti utilizzeranno questa cosa sui loro media prezzolati: “la Camera lavora anche di agosto ed i grillini sono contrari”. Niente di più falso. Se vogliamo realmente lavorare allora, Presidente, convochi le commissioni. Noi siamo prontissimi.

Presidente vorrei farle una proposta. Dato che ha dichiarato di voler ridurre i costi della Camera (anche se in realtà ad ora non ha fatto nulla), ed ha anche dichiarato di volersi ridurre l’indennità, ecco, cominci a versare questa parte nel fondo di garanzia per le pmi che abbiamo fatto inserire nel decreto del fare. Questa sarebbe un’azione apprezzata da tutti gli italiani.

Presidente Boldrini, questa volta, lo ripeto, mi ha proprio deluso, i cittadini non hanno bisogno del marketing dei partiti ma di fatti concreti. E poiché non me la sento di prendere in giro tutti gli italiani, io a questa pantomima non parteciperò. Convochi la capigruppo e avvii le commissioni, allora sarò in prima fila per lavorare.

Lei è la terza carica dello Stato, invece di questo spot pubblicitario, mi sarei aspettato un intervento a difesa della Costituzione e invece niente. Né un monito, né una frase, né una dichiarazione. Un vuoto assordante che si unisce a quello del Presidente della Repubblica e a quella del Presidente del Senato. A questo punto me lo conceda: da queste istituzioni io non mi sento rappresentato e tutelato.
Giuseppe L’Abbate – Portavoce M5S Camera

venerdì 2 agosto 2013

LAVORO, M5S CAMERA: DOPO ANNI DI FALLIMENTI DA PD PERDONO OCCASIONE PER TACERE


LAVORO, M5S CAMERA: DOPO ANNI DI FALLIMENTI DA PD PERDONO OCCASIONE PER TACERE

“Ancora una volta nel Pd hanno perso l’occasione di stare zitti. Finora abbiamo assistito al fallimento delle politiche per il lavoro portate avanti dalla sinistra e dal Partito democratico negli ultimi 10-15 anni, politiche che hanno condotto allo sfacelo che abbiamo di fronte e che sono state tutte improntate alla precarizzazione e allo svilimento dei diritti dei lavoratori. Adesso, dopo anni e anni di scelte che hanno alienato alla pseudo-sinistra gran parte della tradizionale base elettorale operaia, ecco che uno dei tanti viandanti che attraversano il caravanserraglio del Partito democratico ha deciso di interpretare in modo falso e strumentale le nostre posizioni sul Dl 76 cosiddetto ‘Iva-Lavoro’”. Lo dicono i deputati del MoVimento 5 Stelle Walter Rizzetto e Gessica Rostellato, membri della commissione Lavoro, rispondendo alle dichiarazioni dell’esponente Pd Francesco Ribaudo.

“Il MoVimento 5 Stelle, in commissione congiunta Lavoro e Finanze, ha fatto semplicemente notare una cosa che tutti sanno da decenni – aggiungono Rizzetto e Rostellato – ossia che gli aiuti e gli incentivi a pioggia non hanno mai modificato radicalmente le condizioni del Meridione d’Italia. Senza riforme strutturali e senza la creazione di un sano ambiente d’impresa, non si può pensare di risollevare le sorti del Sud Italia, che pure può e deve giocare un ruolo fondamentale per la ripresa italiana. Noi stiamo lavorando per un reale taglio del costo del lavoro, per sburocratizzare l’attività imprenditoriale, per dare ossigeno all’economia sostenibile e per affermare le ragioni della legalità e della trasparenza. Istanze lontanissime dalla maggioranza delle larghe intese che da ieri ha come dominus un pregiudicato per reati fiscali”.
I deputati M5S chiudono: “La verità è che il decreto 76 contiene dei pannicelli caldi inutili e disarticolati. Stanzia poche risorse e pure mal distribuite. Ci fa sorridere che Ribaudo, che ha tra l’altro tenuto per due mesi la doppia poltrona di sindaco e parlamentare, ora parli di lavoro e incentivi ai giovani. La Sicilia e il Sud sanno riconoscere e distinguere tra chi propina le solite ricette assistenzialistiche e chi ha a cuore davvero la rinascita del Mezzogiorno e dell’Italia intera”.

MoVimento 5 Stelle
Camera dei Deputati

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