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giovedì 19 settembre 2013

Amato lascia la poltrona in Deutsche Bank e forse la prende il genero


18 sett -Giuliano Amato è stanco. Troppe poltrone, troppo lavoro per il “Dottor Sottile”. Così per occupare più comodamente lo scranno della Corte Costituzionale Amato ha lasciato una poltrona. Amato che lascia una poltrona, comunque, è una notizia. L’ex premier si è auto-sollevato dal suo incarico di advisor della Deutsche Bank in Italia. Un’attività che svolgeva dal 2010. Ma il Dottor Sottile, per la precisione, avrebbe “rotto” con l’istituto durante l’estate, prima che arrivasse la notizia del suo trasferimento alla Consulta. Ora il colosso teutonico ha un vuoto da colmare, una poltrona da assegnare (e l’Italia, dopo la Germania, è il principale mercato di Deutsche Bank).
Poltrona per il genero -  L’istituto di credito, tra gli altri, è advisor di Finmeccanica per la vendita della controllata Ansaldo Energia. Insomma Deutsche Bank ha interessi enormi nel nostro Paese. Serve un uomo di fiducia per controllare il mercato italiano. Chi può sostituire Giuliano Amato? Semplice, suo genero. Secondo alcune indiscrezioni in pole position per la poltrona di advisor c’è proprio il genero dell’ex premier,Federico Merola.
Secondo quanto racconta La Notizia, Merola è il candidato numero uno per il vecchio posto del suocero. Merola, ex dirigente dei costruttori dell’Ance, vanta un posto nel consiglio di amministrazione della Invimit, la sgr del Tesoro che dovrebbe portare avanti un piano di valorizzazioni e dismissioni immobiliari su cui il governo Letta punta molto per fare cassa. (I.S.)
http://www.imolaoggi.it/2013/09/18/amato-lascia-la-poltrona-in-deutsche-bank-e-forse-la-prende-il-genero/

lunedì 16 settembre 2013

Andrea Scanzi e la richiesta di dimissioni di Amato


Interpellato sulla richiesta di dimissioni di Amato proposta da M5S, e relativa alla amena telefonata omertosa del 1990, il simpatico D'Alema ha detto: "Non scherziamo, Amato è giurista competente. Il resto non conta nulla".
Ma infatti: cosa vuoi che contino moralità e onestà nella politica italiana? Sono concetti troppo desueti e anzi astrusi per uno come D'Alema. Molto meglio continuare a fare un po' il cazzo che ci (gli) pare.
Che sciagura vivente.

venerdì 30 agosto 2013

Andrea Scanzi; i padrini della banca MPS


Ops, ecco le carte di MPS. E dagli interrogatori dei banchieri di Siena spuntano i vari "padrini" della banca: Bersani, D'Alema, Amato e Bassanini.
Colgo da fior fiore: «In quel periodo si parlava molto di un ampliamento della banca e su questo presero pubblicamente posizione Fassino, D'Alema e Chiti. Ho detto che avevo una posizione di rottura con il passato e ho chiesto il sostegno per l'operazione che avrei dovuto fare. Bersani mi disse che avevo il sostegno del partito».
A parlare è l'allora segretario Ds Franco Ceccuzzi.
Il Bersani a cui allude è proprio lui, quello lì. Pierluigi. Lo stesso che, in campagna elettorale, disse che avrebbe sbranato chiunque avesse osato mettere in relazione il partito con MPS. E poi, come sempre, si è sbranato da solo.
Vamos.

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