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giovedì 1 agosto 2013

BERLUSCONI, ATTESA PER LA SENTENZA: CORTE IN CAMERA DI CONSIGLIO. LA CASSAZIONE DECIDE SUL PROCESSO MEDIASET


Giovedì 1 Agosto 2013
ROMA- E' cominciata alle 12 e 30 la riunione del collegio della sezione feriale della Cassazione, che dovrà decidere sul processo Mediaset, che vede tra gli imputati Silvio Berlusconi. L'ex premier è stato condannato in appello per frode fiscale a 4 anni di reclusione e a 5 di interdizione dai pubblici uffici.


Ieri si è concluso il dibattimento in aula, con le arringhe degli avvocati difensori. Oltre a quello del Cavaliere la Corte dovrà decidere anche sui ricorsi degli altri imputati: Frank Agrama, Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano.

La difesa di Berlusconi ha chiesto l'annullamento della sentenza. Queste le parole dell'avvocato Franco Coppi: "Il fatto così come prospettato in mancanza di una violazione di una specifica norma antielusiva non è reato, è penalmente irrilevante". "Nessuna prova è stata raccolta - ha aggiunto l'avvocato - su ingerenze di Berlusconi nella gestione di Mediaset dal '95 ad oggi". "Tutta la sentenza d'appello - ha sottolineato Coppi - muove da un pregiudizio". "Il pregiudizio - ha spiegato il legale - è che ci sia un meccanismo truffaldino ideato negli anni '80; che sia stato ideato da Berlusconi". In subordine il difensore del Cavaliere ha invocato la rimodulazione del reato di frode fiscale in "dichiarazione fraudolenta per uso di fatture" o in uno ancora meno grave: "dichiarazione infedele dei redditi".

La procura generale dopo aver definito Berlusconi "l'ideatore del meccanismo delle frode fiscali", aveva chiesto il rigetto dei ricorsi delle difese degli imputati (e quindi la conferma delle condanne). Da ricalcolare invece l'interdizione dai pubblici uffici, che secondo il sostituto procuratore Antonello Mura deve essere ridotta da 5 a 3 anni.

MANIFESTANTI DAVANTI ALLE TRANSENNE Blindati e uomini delle forze dell'ordine davanti a palazzo Grazioli e alla Cassazione. E gruppi sparuti di persone che si affacciano alle transenne e si fermano per fare ipotesi e commentare il possibile esito della sentenza Mediaset, che vede coinvolto l'ex premier Silvio Berlusconi. «Se confermeranno la condanna per Berlusconi tornerò con lo champagne», spiega Luca, 42 anni. Per Giovanni «qualsiasi sentenza va bene, vogliamo solo che la legge sia uguale per tutti, per questo bisogna avere fede nei giudici». Da due giorni ormai le forze dell'ordine presidiano la residenza dell'ex premier e la sede dalla Cassazione a piazza Cavour, per monitorare qualsiasi eventuale sit-in estemporaneo soprattutto dopo l'esito della sentenza, prevista nel pomeriggio. Un coordinamento di cittadini, guidato dal leader del Popolo Viola Gianfranco Mascia, ha già annunciato la sua presenza nelle prossime ore.

mercoledì 31 luglio 2013

Cassazione: avviata la trattativa, Silvio spera


INTERDETTO PER 3 ANNI CON LO SCONTO DI 2 DAGLI UFFICI E ADESSO STA TRATTANDO PER FAR CALARE ANCORA E ARRIVARE A 2 ANNI ,GIUSTO IN TEMPO PER LE PROSSIME ELEZIONI E CANDIDARSI CON LA NUOVA  FORZA ITALIA.
CONDANNATO E SARA' ANCORA  A GUIDARE IL PAESE, SI PERCHE' VERRA' ELETTO ANCORA, AGLI ITALIANI I MAFIOSI,LADRI E DELINQUENTI PIACCIONO TANTO.
SAREMO ANCORA LO ZIMBELLO DEL MONDO  

La grande trattativa. Lo "sconticino". La partita in Cassazione del processo Mediaset Silvio Berlusconi e la sua difesa se la giocheranno non sulla richiesta di 4 anni di carcere confermata dal Procuratore generale, ma sull'interdizione dai pubblici uffici. In Appello, il Cavaliere era stato condannato a 5 anni di "esilio" dalla politica. Ma la sorpresa è arrivata intorno alle 20 di martedì sera, quando il Pg della Cassazione Antonio Mura ha chiesto una "rideterminazione della pena accessoria". Dell'interdizione, appunto. Che dovrebbe essere rivista al ribasso, da 5 a 3 anni.

Come scrive Libero, la speranza di Silvio è di arrivare a 18 o 24 mesi di interdizione. Questo gli consentirebbe di scontare la pena e tornare in politca giusto in tempo per candidarsi e tornare a guidare la futura Forza Italia. I tempi sarebbero perfetti: 2015, quando Letta e l'esecutivo delle larghe intese ("Non voglio azioni scomposte, ha ribadito ai suoi nelle ultime ore) dovrebbe aver esaurito la sua funzione. 

In più, ecco l'asso nella manica della difesa. L'obiettivo è quello di mettere in dubbio il reato stesso di frode fiscale, facendolo derubricare a "semplice" accusa di false fatturazioni. Ma il jolly dell'avvocato di Silvio sarebbe un altro, e glielo avrebbe fornito lo stesso procuratore generale nella sua arringa di martedì.

Ecco quanto scrive Libero:

Secondo fonti giudiziarie citate dall'agenzia Reuters, infatti, l'accusa avrebbe chiesto al riduzione dell'interdizione a 3 anni prendendo come punto di riferimento la legge tributaria, mentre la Corte d'Appello di Milano avrebbe applicato al legge ordinaria. "La legge speciale tributaria deve prevalere su quella ordinaria", sottolinea una delle fonti. E su questo punto la difesa di Berlusconi potrebbe puntare, sottolineando il pasticcio consumato in Appello. "Milano ha fatto un errore palese. Resto ammirato dallo sforzo del pg di difendere una sentenza indifendibile", aveva dichiarato con ironia Coppi martedì pomeriggio. E oggi, spiega la fonte citata dalla Reuters, "potrebbe puntare ad ottenere il rinvio del processo Mediaset a una nuova Corte di Appello soltanto per la ridefinizione della pena accessoria".
 

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