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giovedì 1 settembre 2022

Gas, termosifoni giù di 1 grado (e forse spenti fino a novembre): il piano risparmi di Cingolani

 Da ottobre i termosifoni saranno abbassati di un grado — da 20 a 19 — e tenuti accesi un’ora in meno al giorno. Ma in caso di inverno mite e se le condizioni di approvvigionamento di gas si facessero più complicate è ipotizzabile la riduzione fino a due gradi e a due ore giornaliere.


Cingolani, arriva il piano risparmi: termosifoni giù di 1 grado (e forse spenti fino a novembre)© Fornito da Corriere della Sera

E questo non varrà solo nelle case private — per i riscaldamenti centralizzati — ma anche negli edifici pubblici. In più il periodo in cui sarà possibile tenere i riscaldamenti accesi si riduce di due settimane. A confermarlo il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, nel corso dell’informativa sul piano di risparmio del gas che sta tenendo durante il Consiglio dei ministri in corso a Palazzo Chigi. La stretta sui riscaldamenti dovrebbe arrivare con un decreto ministeriale che lo stesso Cingolani firmerà nei prossimi giorni. Nel corso dell’informativa, rivelano le stesse fonti, il ministro non avrebbe fatto accenno a eventuali ricorsi allo smart working nel servizio pubblico né tantomeno a interventi sull’illuminazione delle vetrine dei negozi. Il piano prevederebbe 3 scenari tarati sulle forniture di gas che arrivano da Mosca, col peggior scenario che prevederebbe maggiori risparmi in caso di blocco totale delle forniture russe.

, che ha lavorato col ministro Cingolani a questo piano di risparmi, ha spiegato quali altre misure potrebbero essere messe in campo per tagliare ulteriormente la domanda di gas. Con qualche piccolo accorgimento, ha detto, possiamo ridurre di 2,7 miliardi di metri cubi il consumo di gas in pochi mesi. Abbassando solo di 1 grado le temperature dei caloriferi, da 20 a 19°, durante l’inverno, riducendone l’utilizzo di un’ora al giorno e accorciando il periodo di accensione dei caloriferi di due settimane, che siano utenze autonome o centralizzate, case, ville e uffici pubblici, ritardandone l’inizio a novembre e anticipando la fine di una settimana a marzo. È la direzione verso cui sta andando il governo.



Si potrebbe arrivare persino a risparmiare quasi 7 miliardi di metri cubi, cioè quasi un decimo del nostro fabbisogno annuale, con altri piccole modifiche comportamentali. Quali? «Cominciamo col ridurre la durata della nostra doccia di due minuti e riduciamo di tre gradi la temperatura dell’acqua. Chiudiamo l’acqua quando ci insaponiamo. Se lo facessimo tutti da oggi, avremmo circa 1 miliardo di metri cubi di gas risparmiati da qui a fine marzo», dice Dialuce.

Da Bruxelles intanto dopo aver realizzato un piano per ridurre la domanda di gas, con tagli ai consumi del 15% per l’autunno-inverno, la Commissione Ue potrebbe avanzare proposte analoghe per l’elettricità, per tutelare le industrie critiche. «Stiamo considerando misure di emergenza a breve termine non solo per le fasce più deboli, ma anche per la classe media e l’industria», ha detto la vicedirettrice generale per l’energia della Commissione Mechthild Worsdorfer, alla commissione Industria del Pe. Oggi è previsto uno scudo dagli aumenti per le fasce sociali vulnerabili, ha ricordato, facendo riferimento a possibili proposte «sulla riduzione della domanda».

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